giovedì 26 aprile 2012

Dieci minuti sto cazzo!

Io ho una passat...
...vecchia giusto quei 246.000 km quasi 247. ...
...che va da dio ma ha piccoli acciacchi...
.. tra cui lo sputtanamento della serratura del conducente.

Io ho un meccanico...
.. di quelli faccio di tutto un po'...
.. di quelli che hanno l'officina in disordine e si fanno in 4 per trovarti i pezzi...
... è bravo, ma pecca sull'organizzazione e soprattutto sulla stima dei tempi. 

Ore 11.00.
" Ciao Pippo: ecco l'assegno per il tagliando che ti dovevo portare settimana scorsa" ( è anche un meccanico paziente)
" ho qui il tuo blocchetto serratura: te lo monto in 10 minuti. Vuoi un caffè?"
"No grazie: intanto ne approfitto per fare un salto al mercatino dell'usato"(capannone di fronte)

ore 11.18. Aggiusto l'orologio sul cellulare così, per ingannare l'attesa

ore 11.35. la Iaia ( e per fortuna che era con me) chiede la tetta

ore 11.46 la iaia ha tettato e si sta appisolando.

ore 12.15 " 'Scolta ti dò le chiavi e ti mando a casa senza blocchetto, ci vediamo oggi pomeriggio"

....

Ero uscita per fare un certo numero di commissioni tra cui le foto pere la carta d'identità per l'espatrio della Iaia e ritirarei cartelli "vendesi" per la casa. Ho fatto in tempo solo a pagare il meccanico, scoprire sempre da esso, che il pezzo per la mia moto è arrivato e deve andarlo a ritirare ma non si ricorda se a Milano o a Lodi (Akashi direttamente no ,eh?), ed ordinare il pane perchè è la porta accanto a quella del nido.

Pippo, dieci minuti sto cazzo!

martedì 24 aprile 2012

Da mamma a "mamma"

Facebook non è solo il "luogo" dove ritrovare vecchi amici e vecchie conoscenze, ma anche farne di nuove perchè "amici di amici" con cui si hanno interessi in  comune. Così ho conosciuto una ragazza, che mi ha confidato di essere incinta ed essere preoccupatissima. A tre anni di distanza dalla prima gravidanza e ad uno dalla ricerca della seconda mi viene piuttosto facile ricordarmi le ansie e le peoccupazioni, che per fortuna ho abbandonato abbastanza presto e per questo posso dirmi fortunata.
Leggere la sua preoccupazione mi fa una tenerezza infinita, e so che non esiste un numero sufficiente ed efficace di volte in cui dirle "stai serena".
Pensando a lei mi è tornato in mente uno scontro di punti di vista con una delle mie più care Amiche, (quella con cui mi azzuffo per intenderci) sul come vivere la gravidanza. Lei a causa di un modi di vedere (non suoi, ma che le sono caduti addosso) " non si parla dei bambini finche non sono nati, perchè non si sa mai" ha vissuto una gravidanza in sordina, mentre io, con Marina, ho voluto godermi ogni attimo ogni secondo della mia gravidanza proprio perchè "non si sa mai". Come le dissi, non potevo essere certa che le cose sarebbero andate bene, ma proprio perchè non potevo esserlo e perchè non potevo nemmeno ipotecare, nel peggiore dei casi, che sarei rimasta incinta una seconda volta, ci tenevo a godermi ogni attimo, perchè forse non sarebbe tornato mai più.
Di per sè il principio è lo stesso, ma è il modo in cui sono state affrontate le due gravidanze che sono all'opposto.
Ed ora questa futura giovane mamma, vive l'unica paura possibile quella del "e se qualcosa va storto", e mi fa una tenerezza infinita tanto che vorrei abbracciarla, sorriderle, consolarla, asciugarle le lacrime della paura, perchè è un momento magico la prima gravidanza ( la seconda è un discorso a parte) fatta di piccole grandi scoperte ogni giorno che passa, e meritano di essere vissute con serenità e gioia.

domenica 22 aprile 2012

"ti voglio tànto bbbbene"

(interno notte. Mimi nel letto, papà di fianco a lei tenendole la mano, dopo una cena con ripetute discussioni monotòne tipo: "mangia")


Mimi: (sussurrato) "Papà, ti voglio tàntobbbéne" 
Papà: (sussurrato) "anche noi ti vogliamo tanto bene, ma tu cerca di farci arrabbiare un po' di meno..." 





Mimi: "no"






°L°


venerdì 20 aprile 2012

Se...

... i finti Kanelbullar sono venuti male, la torta salata invece è strepitosa!

giovedì 19 aprile 2012

Esperimenti Irripetibili

In piena sindrome da mamma-desperate-housewife oggi, esattamente come l'altro giorno, mi butto nella cucina che creare tira sempre su il morale.
L'altro giorno, esattamente lo stesso citato poco fa, ho tirato fuori dal freezer, tanto fico quanto piccolo, una confezione di coniglietti pasquali risalenti all'anno scorso, e non avendo poi molta voglia di farli così" nature" ho deciso di provare a trasformarli in ....

Kanelbullar!

E' questo che rende irripetibile la ricetta: non riacquisterò di certo  i coniglietit pasquali bofrost per fare di nuovo i Kanelbullar: piuttosto li compro già fatti da Ikea.
Senza contare che reimpastare questi conuglietti e stenderli non è stato proprio facile facile.
Dopo averli scongelati 2 giorni prima, cioè averli tirati fuori 2 giorni fa e non aver avuto tempo per metterci mano fino ad oggi, si reimpastano e si fa prendere la temperatura ambiente sperando che lieviti un po' la pasta. 
Quando ormai è assodato che la pasta di lievitare non ne ha più voglia, si può iniziare a stenderla: più la stendi e più quella ritorna esattamente come prima. io per questioni di spazio, l'ho divisa in 4 parti. Una volta raggiunto un compromesso di stendigione, l'ho spennellata con burro, coaparsa di cannella e zucchero di canna ( così sono più "can") messo qualche uvetta, attotola to tagliato e messo nella teglia. Poi visot che avanzava un po' di burro l'ho spennellato su tutti prima di infornare.

Sono entrati così...


... e sono usciti così!

E sì, sono decisamente da NON ripetere....

Via, mi consolo con la torta salata...


lunedì 16 aprile 2012

Ho trovato il problema

E il problema è che mi perdo. Mi perdo il pensiero: ci vuole un nonnulla che mi dimentico cosa stavo facendo, e ci va del bello e del buono prima che mi ricordi cosa volevo fare.
Ci ho fatto caso oggi quando per 3 volte ho pensato che avrei dovuto sistemare i pannolini, mettendo via quelli avanzati taglia grande della Mimi; ci ho fatto caso quando per 3 volte ho cercato di controllare a che ora ho l'appuntamento dalla gnecologa; ci sto facendo caso ORA che non mi ricordo più quello che mi era tornato in mente mentre ero in macchina che volevo fare appena tornata a casa.
Così a questa mente in tilt, che non si ricorda dal naso alla bocca, basta davvero poco per perdersi: di certo un pianto da fame, una richiesta insistente "mamma vieni!", una discussione nonna-nipote o padre-figlia sono un devasto per la scarseggiante ed ultra-precariamente in equilibrio mia organizzazione mentale.

Spero mi torni in mente presto quello che volevo fare.

domenica 15 aprile 2012

Reeeeeelaaaaaxxxxx

Venerdì riflettendo sui dolori alle spalle che ho provocati sia dalle posizioni in cui dormo per non schiacciare la Iaia, sia per il freddo che è tornato, sia per il nervoso che si accumula, che c'è perchè nell'immagine della mamma tranquilla e serena non ci credo se non ber brevissimi momenti, ho deciso che un pomeriggio alle terme con massaggio non avrebbe potuto farmi altro che bene.

Così prima ho precettato la nonna, poi ho coinvolto Luca ed infine ho chiamato la spa per prenotare il massaggio.

Non volevo andare a quelle più vicine a casa che trovo piuttosto care per quello che offrono, ma se in google metti spa e Lodi, come risultati ti compaiono, dopo un link generico per tutt'Italia, per Lodi trovi prima l'Astem e poi la Star, rispettivamente immondizia ed autovie. Quindi, comprendendo quanto sia evoluto questa zona, a livello di quinto mondo, ho ripiegato sul posto che conoscevo di già.
Così ieri pomeriggio ci siamo presi 4 ore di relax lontani 15 minuti da casa, in un posto che vuole essere dannatamente chic, ma che ti offre la tisana in un bicchierino di plastica striminzito. Ma il massaggio è davvero rilassante.
Ma tutte le cose hanno il rovescio della medaglia: mentre noi eravamo alle terme, il camino del dirimpettaio ha preso fuoco: ecco in questo paese dove non accade MAI nulla, appena ci assentiamo per qualche ora succede qualcosa di cui parlare per un po'.

venerdì 13 aprile 2012

La Iaia...

... si succhia il pollice.

Aiuto.

Ma come fai?!?!

Nell'altro blog Lorena mamma anche lei di 2 bimbe e ricamatrice, mi ha chiesto come faccio a ricamare. Semplice passo l'ago avanti ed indietro nella stoffa!

Occhei .. va bene... lo so non erta la risposta desiderata.

Inanzitutto si ricama pochissimo da queste parti.
Poi si approfitta di scampolini striminziti di tempo tipo la mezz'ora in cui la Mimi è in piscina e la Iaia con la nonna.
Ma la grande produzione rimane in macchina quelle volte che ci spostiamo e che non abbia semplicemente voglia di guardare il panorama anche se si tratta di autostrada.

E poi ci provi anche a Pasqua mentre l'amica la mamma dell'amica e la zia si spupazzano le tue figlie, sempre hce la grand non decida di dedicarsi ai tuoi affari crocettosi con " io ricama mamma!" e finisce con i suoi primi passaggi di ago.


mercoledì 11 aprile 2012

Io! Mio!

Eccoci nella fase del "io" e del "mio" come auto-affermazione di Sé, contornata da orecchie da mercante, "NO!",  capricci e sfide varie. Non mi ci soffermo a lungo perchè per come tutti i genitori sanno ( e non me ne vogliano quelli che capiscono moltissimo di ciò che vuol dire avere un figlio, ma che non avendolo si perdono alcune sfumature che danno un gusto diverso alla faccenda) è una guerra allo sfinimento del genitore, perchè a 2 annie  mezzo hai energie da buttare via e soprattutto perchè il cuore del genitore è il miglior alleato di un bambino, basta un loro sorriso, una loro moina, una piccolezza fatta giusta, che ci si scorda di quanto ci hanno tirato scemi.

Quindi si deve pesare ogni "io", "mio", "no", come passabili, discutibili, ed intransigibili.
Domenica ho ceduto ad un "io, io io!" che come tutti i genitori sanno (ed anche babysitter) vuol dire " faccio io!" spesso poi segiuto da un " mi aiuti?" Ed ha messo mano al mio ricamo producendo questo:


La foto l'ho fatta col cellulare e mandata via mms a persone degne di comprensione crocettistica, suscitando vari commenti tra cui "ma è ancora viva?" e " beh ha capito il senso del dentro e fuori l'ago" ( di fatto ha fatto tutto da sola: io reggevo solo l'asciugamano).
Ora, non so se disfare quello che ha fatto o tenerlo come feticista reliquia materna " il primo ricamo della mia bimba!".
Però ora so come impiegare quel mini kit " prime crocette" che ho torvato nel sacchetto delle meraviglie che ho ricevuto alla presentazione DMC, e sto pure pensando di fare una questua tra le amiche ricamine per chi ha i retors d'Alsace per una donazione di qualche decina di cm di vari colori per farla giocare a far crocette.

Necesse Est

Il 9 giugno ci sarà il saggio di danza tradizionale egiziana, e per quest'anno Dina, l'insegnante, donna di grandi risorse, fantasia e faccia tosta, s'è inventata uno spettacolo che dovrebbe narrare la storia della danza egiziana dalle origini a quella che è conosciuta come Danza del Ventre.

E trattandosi di uno spettacolo, ci ha anche omaggiato di un mini corso di trucco teatrale, perchè sul palco o comunque quando ci si esibisce, un trucco da tutti i giorni mascara e gloss, non si vede. Quindi partendo dall'uso dei correttori dei fondo tinta, si arriva fino alle applicazioni " da mano ferma" altrimenti detta, per me, eye liner.

Più vicina agli anta che agli enta sto imparando a mettere l'eye liner e non è cosa semplice. Così faccio prove tecniche in casa, sapendo che dovrei pure andare a prendere degli altri ombretti (oltre ad un correttore più adatto, ad una cipria fissante e a non mi ricordo più quant'altra roba) arrangiandomi con quello che ho, venendo fuori spagiugamenti come questo, che tutto sommato non è nemmeno malvagio.


Se mi ci applico un po' di più forse riesco a fare qualcosa di veramente felino....

martedì 10 aprile 2012

Igiene e pulizia

La solfa che ci propinano in TV, radio, giornali  e compagnia bella è: "pulisci e disinfetta che se no muori!"
Ed io sono esattamente sorda a questa campagna esagerata a mio avviso, soprattutto perchè pulire senza vederne gli effetti mi urta talmente tanto da sembrare che non abbia pulito affatto, così aspetto che si formi un sufficiente strato di sporcizia per ottenere le mie soddisfazioni. Che ottengo poi, con banali detersivi senza super disinfettanti etc. che tanto poi, non servono a niente in una casa, ed anzi possono pure essere controproducenti.

Beh ma forse questa volta ho aspettato un po' troppo a dare una passata al lavandino....


Estratta con la sua radice e messa in vasetto con ovatta bagnata.
Ammetto che questa pianta mi suona anche un po' come presa per il c..o, considerato che io con le piante sono negata ( le primule stanno cercando di contattare l'ONU e l'ibisco è definitivamente morto giacchè a Pasqua non è resuscitato).

Riuscirà a sopravvivere?

è stagione...

Dopo la giornata in parte dedicata alla pulizia del balcone, anche noto come l'angolo del Mojito.

"Devo insegnare alla Mimi a preparare il Mojito... "
"Pà, non ti sembra di esagerare?"
"Cosa le abbiamo messe al mondo a fare se no?"

Ah, povere bimbe, con un papà del genere.. :-D

venerdì 6 aprile 2012

piccole streghe crescono


Farmi aiutare in cucina è il miglior modo per levarmela dai piedi: ce l'ho sott'occhio, è impegnata, e non sta combinando guai. Inoltre è così intrippata dall'aiutarmi che ascolta e fa senza fare l'oca, tanto da potermi fidare, come in questo caso di lasciarla vicino ad una pentola calda a metter dentro le patate, rigorosamente una ad una, sapendo che starà attenta a non scottarsi.

Voglia di Sole e Caldo

Luca dice che un altro inverno qui non lo regge, o meglio non regge me che passo un altro inverno qui :dice che riusciva a sapere che clima ci fosse da come scrivevo via messanger.
Stamattina c'era la nebbia: il 6 di aprile, la nebbia, dopo due settimane di tempo stupendo. Vi lascio immaginare il mio umore (aggravato da una notte semi-insonne e l'altra metà mal dormita, completata dalla sveglia alle 7.30dalla marmocchia grande a casa dal nido).
Con questo clima, raccogliere l'invito della nonna "andiamo da scarpe e scarpe per prendere i sandali alla Mimi" pareva un controsenso. Però ci siamo andate perchè la Mimi oggi è a casa dal nido, perchè dovevo prendere 2 cose al super, e perchè la necessità di un cappuccio e brioches era indiscutibile.
Da scarpe e scarpe la Mimi è uscita con 2 paia di scarpe al prezzo di uno (beh al prezzo di un paio di sandali di marca molto nota, abbiamo preso sandali e ballerine di marca meno nota ma morbide di suola) ed io dopo mezz'ora di riflessione con queste:


Le guardo e ripenso a qurgli standard inflessibili da "Laura" tipo: "Giammai le scarpe aperte in punta!" attualmente conosciute come "peep toe".
Già.
E queste cosa sono?

Oh beh al diavolo: da quando sono diventata mamma ho stravolto tantisisme mie convinzioni a partire dallo smalto sulle unghie. Ora tacco e apertura in punta. Vedere il mondo da 10 cm più in su del solito fa uno strano effetto.

Ora scusate: devo vedere le lo smalto rosso che ho s'intona con queste scarpe.

giovedì 5 aprile 2012

via Tortona

Via Tortona a Milano è una via molto vecchia: costeggia parte della ferrovia che passa dalla stazione di Porta Genova e che all'inizio del '900 non si fermava in binari tronchi contro via Savona ma faceva parte di un anello che circondava al città e che è stato smantellato durante l'epoca fascista, o almeno così pare essere riportato da alcune vecchie cartine della città che vidi in una mostra presso le ferrovie nord di Milano. Era una via di periferia allora, separata dai binari dalle fabbriche. Quando ero piccola io era già una via semi deserta, quasi malfamata: molti degli stabilimenti che erano lì erano già vuoti e in decadenza. Poi qualche anno fa c'è stata una sorta di piano di recupero della zona, ed ora è piena di uffici di vario prestigio e di cantieri per trasformare altre ex-aree industriali.
Milano ha parecchie aree così, abbandonate a se stesse, che negli ultimi anni sono state rivalutate e rivitalizzate, riguadagnando un territorio urbano che altrimenti sarebbe stato da cercare sempre più all'esterno di quello che è l'anello della tangenziale.

Via Tortona in linea d'aria è vicinissima a dove sono nata e cresciuta: a piedi è separata dalla ferrovia e dal Naviglio grande, e raggiungibile o attraverso il ponte della circonvallazione della 90-91 ( sulla cartina lo trovate come ponte delle milizie) o attraverso prima il ponte di via Valenza sul naviglio grande e poi o sul ponte Liberty sopra i binari di Porta Genova oppure arrivando fino in viale Coni Zugna e girando dentro per via Savona. Se volete proprio farla tutta tutta, va presa da via Solari dietro al cinema Orfeo.

Ieri ero lì, estasiata dall'essere tornata pirla nella mia città, estasiata dal vedere il bel lavoro di rivalutazione dell'area che hanno fatto, estasiata nel pensare che "se quell'area ci fosse stata quando abitavo ancora lì 14 anni fa, ci sarei passata anche solo per fare 2 passi tutti i pomeriggi".

Hanno anche fatto la stessa cosa a ridosso di quella che era casa mia dove sono toranta a trovare l'unica persona cara che abita ancora lì. Certo ci sono anche altre persone che conosco che vivono o alvorano ancora in quel che è via Carlo D'Adda, ma non ho interesse a fermarmi per salutarle: mi sono più cari i palazzi e i negozi di quelle persone. Sono cambiate parecchie cose, ed altre sono rimaste sempre lì immutate, come la carrozzeria Inter o i pilastri in cemento che delimitano l'ingresso di via Luigi Sala e dove mi ci sedevo da ragazzina.
Così sono rientrata dove abitavo: stessa scala, diverso piano con gradini che ho fatto centinaia se non migliaia di volte, portando però in braccio mia figlia addormentata. Non pensavo che sarebbe mai successo, ma è accaduto e ne sono felice, perchè sono un inguaribile nostalgica.
Non vedevo l'ora di andarmene da quella casa, ma non per i 100 gradini da fare o per l'appartamento. Io ci sarei potuta anche rimanere per sempre là, perchè quella era la mia casa. Quando ce ne si vuole andare talvolta non è dai muri, ma dalle situazioni, esattamente come voglio, anzi vogliamo, andarcene ora.
Ho rivisto il glicine che quando ero piccola veniva sempre tagliato ad un cespuglio insignificante pieno di parassiti che non riusciva a fare nemmeno un fiore; ho rivisto l'ibisco che era la delizia di noi bambine con i sui tanti fiori viola, ho rivisot il cortile con l'ultimo "vestito" in mattoni che aveva già quando sono andata via e che ricordo con il vestito in asfalto e prima ancora in cemento sgretolato tutto buche e sassolini.

E così come le perle di tanto in tanto vanno riportate al mare perchè altrimenti si ammalano io da pirla quale sono, sono tornata a Milano, rinsavendo.

mercoledì 4 aprile 2012

Come le perle

Si dice che le perle debbano, di tanto in tanto, essere portare al mare altrimenti s'ammalano. Ecco io, come le perle, di tanto in tanto DEVO andare a Milano, che rinsavisco. Solo che più che perla sono pirla, ma ci si accontenta ( ovviamente sono "pirla" essendo io di Milano ed essendo il termine "pirla" squisitamente milanese e significa "girare senza meta come una trottola")

Così ieri sono andata alla presentazione del nuovo catalogo DMC e che delizia per gli occhi!!!!! Tutta la collezione 2012 DMC ben esposta e senza ressa! Talmente invitante da dimenticarsi quali sono i prezzi :) Per vederla la trovate qui .
Delle cose davvero graziose: cose che difficilmente vedi in giro. Ne parlavo giust'appunto con il contatto che mi ha invitata e il lamento comune sia da parte della DMC che delle ricamatrici è che mancano negozi specializzati come potrebbe essere una boutique DMC, e senza minimamente toccare l'argomento "Sì, ma che prezzi!" la colpa è stata dirottata sulla fermezza del ricamo a puntocroce in Italia bloccato a riviste di settore che non invogliano a creare neofite e che dopo un po' stancano perchè sono sempre le stesse cose, senza parlare di alcune riviste che paiono essere ferme agli anni '50. C'è anche la componente delle mercerie che non propongono: di fatto non posso dare torto, soprattutto negli ultimi anni, alle mercerie; se ci sono pochi soldi per mangiare di certo non li vai a spendere per cose di cui si può fare a meno.

Ma parliamo delle cose belle che c'erano!

Io che non ho quadri ricamati in casa, sono stata attratta, come al solito, proprio da quelli!
Non riesco a trovare le foto, forse perchè sono 2 articoli nuovissimi: La cosa che hanno in comune è il disegno che, non avendo un punto scritto continuo, ma tratteggiato ad accentuare qua e là le sagome, lo rende leggero. In uno ci sono un cane e un gatto cuccioli alle prese con tulipani e papaveri su aida, l'altro su trama a fili contati un sampler "broderie" di cui c'è anche il compagno "couture". (Mi sto facendo una cultura di francese).

Nuove linee cucina, ma non mi hanno catturato parecchio, nonostante io sia una grandissima amante degli strofinacci da cucina da ricamare la mai collezione qui ma ne mancano parecchi e alcuni di quelli presenti sono stati ricamati e regalati).

Invece mi hanno colpito le nuove spugne con l'oblò a cuore. Molto lavorate come spugna, sempre di ottima qualità, lascia magari poco spazio per "giocare" con il ricamo, limitando, almeno per il mio gusto, a delle semplici iniziali, anche fiorite.

Mi ha fatto molto piacere sapere che la maggior parte dei ricamabili sono prodotti in Italia, ed esportati nel resto d'Europa, essendo DMC un'azienda francese.

Ma oltre ai ricamabili per puntocroce e i kit, c'erano anche il cucito creativo che è una linea prettamente francese, che tra laltro pare faccia fatica ad attecchire in Italia,  linea che ha catturato parecchio l'attenzione della Mimi con i pupazzi a forma di animali; il mezzo punto con una serie infinita di cuscini che potrebbe essere un otitmo puntio di inizio per i bambini, e la reinvenzione americana: il telaio per fare i braccialetti dell'amicizia, quelli che io facevo usando una spilla da balia sul jeans :)))) Correlato da relativo filato di qualità inferiore al moulinè da ricamo e che per questo potrà essere messo in commercio ad un prezzo inferiore. C'è anche una linea di amigurumi, ma a me non convincono poi molto.

E poi anche le borse porta lavoro, gli organizer, la cassettiera.... in pratica tutto l'universo DMC a portata di occhi per la prima volta anche di semplici appassionate come me e non solo dei rivenditori. Un ottimo modo per invogliare le ricamatrici a richiedere alle loro negozianti articoli che altrimenti non conoscerebbero. Senza contare la lusinga del sacchetto delle meraviglie!

lunedì 2 aprile 2012

oh...

Sono ancora viva , neh?

Cioè non datemi per morta, dispersa o rapita dagli alieni perchè non sto scrivendo più.
Galleggio, in un limbo vitale, tra stanchezza irascibile, felicità ipergalattica, voglia di ribaltare la casa e tempo per fare un cazzo.
Di certo pare essermi ritornata una certa vena nella scrittura.
Attualmente il mio status è "sono stanca, ma  avrei voglia di ricamare e di leggere, se poi ci fosse anche qualcosa di dolce da mangiare, schifo non farebbe" Insomma mi sento come una specie di entità ectoplasmatica che non ha idee molto chiare.
Peggio ancora quando si tratta di fare qualcosa: sembra tutto dannatamente complicato. Ad esempio, per domani sono stata invitata ad un evento a Milano e sono qui con la sensazione addosso che sia la cosa più complicata di questo mondo fa fare. No cioè si sta parlando di Milano, MI-LA-NO, la mia città che bramo ed anelo starci, per di più con l'evento nella mia zona che conosco come le mie tasche ( beh più o meno ormai, cambiati i negozi ma le vie difficilmente sono cambiate), ed io sono qui a farmi pippe mentali del tipo "come farò con 2 bambine a muovermici"!
Tralascio, anzi no ve lo sto per raccontare, il fatto che quando ho detto a mia madre che ho intenzione di portare le bimbe a Milano parcheggiare a casa (oddio la chiamo ancora "casa" quando forse c'è un unica persona che avrebbe piacere ad incontrarmi che abita ancora là) ed andare poi in via Tortona a piedi, mi ha guardato allucinata come se volessi fare la cordigliera delle Ande in costume da bagno ed infradito dicendo "ma è lontano!"
Le ho detto che si è lodigianizzata se la pensa così.

Ma è la mia città, e non mi può spaventare: non lo ha mai fatto.

Così sono fiduciosa, anzi certa, che nonostante lo spirito un po' abbacchiato che ho adesso di vedere come "titanica" l'impresa che andrò ad affrontare domani, sarà molto più semplice dell'immaginato e che soprattutto tornerò con il sorriso da un orecchio all'altro.