martedì 6 dicembre 2011

Il medioevo è finito 500 anni fa.

Titolo forte, ma sentito, perchè sta per partire una filippica contro la religione.

Io sono un' atea per conversione. Battezzata, comunicata, cresimata, asilo delle suore, vita d'oratorio, e scout cattolici, per poi convertirmi felicemente all'ateismo.

Perchè? Perchè molto semplicemente non credo alla favola di un dio onnipotente che mi giudicherà se scopo e faccio figli senza essere sposata, o se non vado in chiesa tutte le domeniche. E sicuramente non accetto che un uomo che non vive la quotidianità di un impegno famiglia-lavoro si permetta di sindacare la mia vita, o di dirmi che non sono una brava madre perchè non ho fatto battezzare mia figlia.

Anzi più che atea, direi acattolica, visto che non ho la stessa esperienza per altre religioni, ne tantomeno per altri culti cristiani.
Cristiana sì, ma a modo mio. Perchè credo che quell'uomo nato 2000 anni fa disse delle cose bellissime, ma troppo forti per l'epoca (e lo sarebbero tutt'ora) e che lo condannarono a morte, come molti altri leader che si oppongono volenti o nolenti al regime. Solo che a questo qui sono riusciti a costruirgli un alone mistico e a farlo passare per qualcosa di più di un uomo tra gli uomini. Per questo dobbiamo ringraziare gli anni bui del medioevo. Perciò da donna di scienze e concreta quale sono, non posso credere che sia nato da una madre vergine in un epoca dove fecondazione in vitro e taglio cesareo non esistevano, che sia morto e risorto, ne tanto meno che morte e risurrezione possano avvenire per la "salvezza" di una fetta di popolazione mondiale escludendo tutti gli altri come brutti e cattivi perchè credono in qualcosa di diverso.

Però di certo è morto perchè parlava alla gente, era amato e diceva cose belle che erano troppo avanti per quei tempi: volendo, è morto per una sorte di "salvezza" dall'egoismo in virtù dello spirito di collettività e di tolleranza tra genti di idee diverse, allora sì posso anche accettarlo.

Detto questo torno a quello che mi ha fatto partire l'embolo.

Leggo lo status FB di una mia amica e trovo:


" Lo sapevo che prima o poi mi sarebbero venuti i vermi!
Partire con l'ora di religione già dall'asilo mi pare assurdo ma lo posso anche accettare.
Che ci siano solo due "extra" in settimana e che uno di questi sia "religione" già mi piace meno.
Che l'ora di religione sia fuori discussione mentre l'altra "specialità" (attività motoria, teatro,...) si decida di anno in anno se, come e quando, mi fa montare un nervosooooooo!!!!!"
La mia considerazione è stata semplicissima: alla faccia dello stato laico! Siamo nel 2000 e siamo tutt'ora governati dai preti come nel medioevo! Si predilige la religione allo sviluppo psicomotorio dei bambini... beh sì certo: meglio renderli beoti, che farli diventare persone migliori. D'altronde la chiesa vive bene solo su un pabulum di gente per lo più ignorante che non si pone domande.
L'embolo s'aggrava pensando al post di elastigirl sull'esperienza dell'ora di religione vissuta dallo hobbit di mezzo: il primo anno d'asilo non la fa, il secondo richiede lui di farla per non sentrsi escluso, al terzo anno chiede di non farla più perchè gli raccontano solo cose tristissime.
 Mi fermo e realizzo che il figlio della mia amica in questione ha uno o due mesi in meno della Mimi e che il problema è dietro l'angolo anche per me.
Il consulto familiare è presto fatto: l'anno prossimo iniziamo con "no", poi se la Mimi vuole farla perchè si sente esclusa la farà, e se non vuole più farla perchè raccontano solo storie tristi non la farà. Esattamente come lo hobbit medio, che è il più medio di tutti, insegna.

Come ho scritto ho fatto l'asilo dalle suore e il mio ricordo dell'ora di religione è chiaro e semplice: mi piacevano le parabole, erano storie che insegnavano qualcosa, ma non capivo assolutamente perchè dovessimo recitare l'ave maria tutte le mattine prima di andare in classe o il padre nostro prima di mangiare, ma peggio di tutte fu la volta che ci portarono in chiesa per incontrare dio. Al di là della soggezione del posto, ci misero anche qualcuno a fare "la recita". Nascosto non si sà dove, qualcuno faceva dei suoni non comprensibili e ce la spacciarono per la voce di dio. Le suore ci dissero che poichè eravamo bambini potevamo capirla, ma io non capivo assolutamente nulla di quello che questi suono non articolati volessero dire, così nella mente di una bimba di 4-5 anni si insinuò il grande "bah!", oltre ad un grosso senso di disagio perchè uno dei bimbi più grandi dell'asilo faceva da interprete: cioè lui capiva ciò che dio diceva ed io no.
Comunque le parabole si possono leggere anche a casa senza dover andare in chiesa o fare un'apposita ora di religione che di certo non sta ad incentrare l'insegnamento sul valore socio-morale della parabola, ma quanto più a cercare di convincerti che tu sei figlio di dio padre, oscurando completamente il ruolo della donna e della maternità, perchè è l'uomo che s'alza di notte a dare la tetta dopo aver tenuto in grembo un bimbo per nove mesi, che devi obbedirgli se no vai all'inferno. Tanto vale allora usare il lupo nero e cattivo che ti mangia in un sol boccone: almeno una faccia da cane gliela dai.
Di fondo, anche se sono passati poco più di 500 anni dalla fine storica del medioevo, la chiesa ci prova ancora a dirti di aver paura di qualcosa che ha la stessa consistenza di Babbo Natale o la Befana, e peggio ancora ha la faccia tosta di dire che certe cose (come il terremoto dell'Aquila di quasi 3 anni fa) accadono per il volere di dio di insegnarci qualcosa.
Perchè come il lupo cattivo delle fiabe è stato inventato per insegnare ai bambini che gli errori si pagano, quel dio che si venera oggi e che si narra essere o non essere il padre di un certo Gesù di Nazareth è stato inventato per dare delle regole ad un popolo che viveva in una terra arida dove non c'era nulla.

Anzi a dirla tutta preferisco Babbo Natale e la Befana a dio: almeno loro una faccia ce l'hanno.

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