martedì 12 febbraio 2008

metafore di vita e riflessioni varie.

La settimana passata da poco è stata una di quelle settimane che ti mettono un po' alla prova, e alla fine ne sono uscita con una sindrome influenzale sub clinica che ho tutt'ora ma che porterò con me oggi a veder vetrini.

Ieri cercando un po' di conforto tra le coperte mi sono messa a sistemare ricami e filati in quella che è la cesta dei ricami da finire, (per le addette ai lavori, la cesta degli ufo), e mi sono ritrovata a vedere questa cesta, e il lavoro che stavo facendo, come una metafora della vita. Ci sono tante cose, lavori, problemi, che devono essere conclusi, avere la loro soluzione, il loro termine. Spesso queste situazioni per essere concluse hanno bisogno di fattori che sono comuni ad altre situazioni, come il colore 738 sullo strofinaccio mio e di mamigà, e questi fattori talvolta ballano in giro a lungo perchè richiesti qui e là e non riescono mai a tornare al loro posto nella scatola dei fili. E poi i tanti problemi vanno risolti un passo alla volta, una crocetta alla volta, e solo quando inizi a fare la rifinitura del punto scritto, anche solo a metà del ricamo, ne vedi l'inizio della conclusione, i piccoli dettagli che vanno a posto e tutto sembra più bello.

Ovviamente da ricamatrice in questo caso sorvolo su quella che è la smania di iniziare un nuovo lavoro quando se ne finisce uno :)))

Ma la vita è anche come un cavallo addestrato alla monta inglese (all'americana non rende bene l'idea). Spesso fa quello che gli chiediamo, ma a volte non gli va ed allora allunga il collo con uno strattone e ci sottrae un po' le redini di mano. Possiamo lasciargliele per qualche secondo, possiamo assecondare lo strattone, possiamo cadere sul collo perchè abbiamo la schiena di pastafrolla, possiamo indurirci e cercare di resistere a 5 quintali di muscoli e sarà difficile farlo, ma qualunque cosa accada l'importante è riprendere le redini.  Si può anche cadere da cavallo e quasi sempre è colpa nostra che non eravamo pronti al comando che abbiamo dato, e più raramente del cavallo che sgroppa o smontona e se lo fa forse forse ci siamo lasciati prendere un po' troppo dal cavallo. Ma l'importante è riprendere le redini e rimontare in sella.

Settimana scorsa una cara amica ha letto il mio post "outing" e la sua più grande preoccupazione è che potessi essere scambiata per una donna che dice porcherie. Dire che mi piace fare sesso è meno una porcheria dell'ipocrisia che vediamo tutti i giorni in giro. Almeno sono sincera. Mi ha chiesto come mai non faccio trasparire la mia femminilità e la mia dolcezza.  E' molto semplice: la mia sincerità mi sento di offrirla a chiunque perchè credo che la sincerità stia alla base del creare un mondo migliore e per crearlo bisogna che si sia noi a fare i primi passi non aspettare che sia qualcun'altro a farlo per noi come accade nella maggioranza dei casi. Quante volte è capitato di sentire " ah io questa cosa non la faccio finchè non iniziano a farlo anche gli altri!" Beh carini, gli altri siete voi stessi, me compresa.
E per quello che riguarda la mia dolcezza e la mia femminilità, mi spiace ma sono cose mie e decido a chi donarle e a chi no, e non certamente su un post del mio blog dove scrivo quello che mi pare compresa la decisione di scrivere un post sul fare sesso o sul fare l'amore.

2 commenti:

  1. Anche io penso che la sincerità sia il fondamento per creare un mondo migliore, anche in piccolo. Posso ferirti con la mia sincerità ma almeno sai cosa aspettarti da me. Invece sempre più volte mi viene sbattuto in faccia che esseri sinceri non è quella gran cosa. Vado avanti lo stesso, non so essere diversa...

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  2. Ciao Laura.
    Era ormai un pò di tempo che non passavo da queste parti ed oggi mi son fatto una sana abbuffata dei tuoi scritti. Più ti leggo, più ti conosco e più penso di essere stato fortunato a trovarti sulla mia via. Buona giornata.
    Luciano - Roma -

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