sabato 17 marzo 2007

solitudine e disperazione.

No non parlo di me: ho scritto troppe cose divertenti e qualche incazzatura (che incazzature!) per poter parlare di un mio senso di solitudine o di disperazione. Ma va da se che il mio blog è la mia finestra sul mondo conoscenze di nuove e vecchia data passano leggono se possono/ vogliono dicono qulacosa e vanno, ma a me quelle due righe che abbiano un senso una parvenza di intelligenza (mica quei "buongiorno!" cuori stelle e sbrillucicchini che fanno ragazzina idiota) mi fanno piacere perchè vuol dire che la mondo c'è ancora gente che ha voglia di comunicare.
Ier sera mi sono trovata a fare i conti col al solitudine e la disperazione della persona che ho più cara al mondo dopo me stessa.
I fatti della vita ci travolgono come onde gigantesche del mare e dipende da quanto sai nuotare e da quanti polmoni hai la tua sopravivvenza: io al mare reale vado a fondo come un sasso e si prospetta anche un problema di asma cronico che spiegerebbe la mia scarsa resistenza fisica, ma sotto le onde metaforiche della vita, fino ad oggi ne sono uscita a galla e con una buona scorta d'aria.
Invece c'è chi travolto rimane sotto e rischia di morire. dentro.
Sarei ipocrita a dir che so cosa si prova: i miei genitori sono vivi vegeti sparano cazzate, mi fanno disperare e li adoro, quindi non so cosa vuol dire perdere un genitore così di punto in bianco senza nemmeno potergli raccontare l'ultima fesseria di turno per potergli strappare un sorriso.
Da mercoledì  qui l'aria non è facilissima: complice il fatto che due miei Amici verranno a trovarmi Lunedì sera quando Luca sarà a Grenoble. Non sto a raccontare la rava e la fava, chiedo un atto di fede. Le cose sono girate in un modo che pare che Lalla e Dan non vogliano vedere Luca ma solo me. Luca ha visto la cosa come un "mi vogliono evitare, non gli importa di me" ed ha esordito con "sono tuoi amici", nel senso stretto di TUOI, che non sono anche suoi, o per lo meno non si sente da loro considerato amico, ma " il ragazzo della Laura". A buttare benzina su un fuoco di legna secchissima, va detto che ad agosto Lalla e Dan mi dissero "ti veniamo a trovare" in un pomerigigo così su due piedi e Luca si sentì talgliato fuori perchè era al lavoro.
Si lo ammetto si potrebbe parlare di paranoia, di "mania di persecuzione", ma non sono io , non è il mio cuore, non posso giudicare. Luca lo amo così com'è nel suo profondo, nel suo animo che è di una dolcezza che molti si sognano di notte di incontrarla, ma la sua esperienza personale lo ha portato a rivestirsi di una corazza tanto spessa e stratificata che bisogna farsi sottilissimi per poter penetrare e talvolta non ci riesci, come è successo a me in questi giorni (complice anche la mia incazzatura per quella grandissima stonza della prof)  e che peggio ancora non gli permette di buttare fuori nulla a meno che non si faccia grosso ed esplosivo come un ascesso purulento (perdonatemi l'immagine ma è la cosa che più si addice: si gonfia si tende e fa male se rimane lì,va drenato o asportato). Quindi quando sta male non parla (e nemmeno quando sta bene): sbotta quando è troppo, oppure la cosa sedimenta e rimane lì come un calcolo, un corpo estraneo pronto ad essere il punto di appiglio per altre tensioni e poi sbottare.
 E tende ad isolarsi, e questo non va bene per nessuno. Ora se ti isoli, come è possible che qualcuno venga da te a chiederti come stai? Facciamo l'esempio del cortile in una colonia estiva: tutti giocano con tutti e un bambino se ne sta solo seduto in un angolo. L'esperienza mi dice che se stai da solo in un angolo nessuno ti viene a cercare per dirti "vuoi giocare con me?" Lo so perchè l'ho fatto da bambina, e sebbene in genere molto troppi pensano che le cose da bambini non ti riguardano da adulto si sbagliano e di grosso. le situazioni cambiano ma i meccanismi sono gli stessi. La vita è un enorme gioco: se ti isoli nessuno verrà a chiederti "vuoi giocare ocn me?" anche se io l'ho fatto e sono andata a ripescarmelo a Berlino. Ma io sono io, presto attenzione a dettagli che agli altri sfuggono, così come vedo i bambini che si isolano e cerco di farli giocare. Sono fatta così: mi dissero una volta non fare agli altri ciò che non vuoi che sia fatto a te, ma si può dire fai agli altri ciò che desideri ricevere. Così anch'io che ero una bambina autoisolante, ho imparato che se non volevo stare sola dovevo fare  qualcosa e se non mi piaceva glicare con gli altri andavo a prendere quelli come me che si isolavano. Ed ora vado a prendere i bambini che si isolano. Solo che devi fare il secondo passo: per 1000 volte che vai a cercare di de-isolare qualcuno devi mettere in conto che 999 dicano di no, e soprattutto non demordere non perdere la speranza, mai.
In sintesi se te ne stai in un angolo, nessuno verrà mai a prenderti a meno che non sia pazzo come me e mi sa che siamo veramente in pochi ad essere così.
Oltre a questo non si può nemmeno stare sempre ad aspettare che siano gli altri a venire da te. Quando hai bisogno di aiuto DEVI dirlo. Quando vuoi giocare DEVI farti sentire, non si può dire "io sono qua se vuoi ci sono". Spesso quando ci rendiamo disponibili per gli altri per fare opere di pubblica utilità, come aggiustare il campo tiro, o fare manifestazioni di aereo-hobby non vuol dire "gioca con me", "vuol dire io ci sono" e basta. Ma quando hai volgia id giocare o hai bisogno di un aiuto non ocntare che lgi altir oinovlti dalla loro vita vengano da te: vai e dilgi " ehi sei mio amico? mi aiuti per favore?". Io che mi faccio in 4 per molti  e che HO Amici ( pochi ma buoni) quando non ce l'ho fatta più dallo star male li ho chiamati ho chiesto aiuto e sono accorsi, e si sono resi conto che presi dalla loro vita non si erano accorti di quanto stessi male.

questa cosa non l'ho scritta per me ma per Luca: che se la possa leggere quando ne ha bisogno che sappia che isolarsi non porta a nulla di buono anche se è la soluzione più facile anzichè metersi in gioco.

e che se qualcuno vuole dirgli qualcosa non lasciate commenti qui, postateglieli nel suo blog e costringetelo a rispondere. Lo so non gli garberà, se lo farà forse lo farà con riluttanza e per darmi un contentino, ma magari di contentino in contentino magari capisce che interagendo con gli altri su piani umani e non a cazzate di volo simulato e minchiate varie che sono solo passatempi per non pensare a se stessi o ad altro, poi si sta meglio con se stessi.

3 commenti:

  1. Quanto lo capisco ....
    La natura umana di quelli che crescono e maturano a suon di difficoltà, che nonhanno sempre la pappa pronta che devono lottare per ogni piccola cosa e quella di dire ...
    Ce la faccio da solo, sono "self sufficient" ma siamo umani e nel combattere le lotte di tutti i giorni non ci curiamo dei rapporti umani.
    A volte quindi succede che avrestoi bisogno di uno straccio di amico (magari sei sempre stato pronto quando hanno avuto bisogno) .. ti volti e ti accorgi che sei solo.
    Non hai voglia di chiedere aiuto, ti senti in imbarazzo ad essere tu ad avere bisogno, ti domandi perché le persone attorno a te, quelle che hai aiutato, quelle che hai cpaito, quelle che hai sopportato, non vedano quanto soffri e quanto hai bisogno di loro ...
    Ma in fondo è colpa nostr, di noi con la corazza, di noi che ce la facciamo sempre, che non molliamo mai, che lottiamo per sopravvivere e per vincere... noi a volte siamo umani ... e ce ne vergognano...
    Non ti chieder eperché ... chiediti cosa puoi fare per chi non chiederà mai una mano nemmeno... in punto di morte...
    Ciao

    RispondiElimina
  2. Quanto lo capisco ....
    La natura umana di quelli che crescono e maturano a suon di difficoltà, che nonhanno sempre la pappa pronta che devono lottare per ogni piccola cosa e quella di dire ...
    Ce la faccio da solo, sono "self sufficient" ma siamo umani e nel combattere le lotte di tutti i giorni non ci curiamo dei rapporti umani.
    A volte quindi succede che avrestoi bisogno di uno straccio di amico (magari sei sempre stato pronto quando hanno avuto bisogno) .. ti volti e ti accorgi che sei solo.
    Non hai voglia di chiedere aiuto, ti senti in imbarazzo ad essere tu ad avere bisogno, ti domandi perché le persone attorno a te, quelle che hai aiutato, quelle che hai cpaito, quelle che hai sopportato, non vedano quanto soffri e quanto hai bisogno di loro ...
    Ma in fondo è colpa nostr, di noi con la corazza, di noi che ce la facciamo sempre, che non molliamo mai, che lottiamo per sopravvivere e per vincere... noi a volte siamo umani ... e ce ne vergognano...
    Non ti chieder eperché ... chiediti cosa puoi fare per chi non chiederà mai una mano nemmeno... in punto di morte...
    Ciao

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  3. Mi hai ispirato. Vieni a casa mia.

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